Lettura e riflessione sul Vangelo odierno di padre Giovanni
Diocesi di Trento
vi raggiungiamo con questa lettera per condividere alcuni pensieri sulla situazione ancora emergenziale di questa pandemia e dare alcune notizie sulla vita cristiana delle due comunità.
Innanzitutto un grande grazie a tutte le persone che in questi mesi stanno dedicando energie, tempo, disponibilità alla vita parrocchiale. Non si sono “ritirate”, ma con prudenza e fiducia stanno testimoniando il proprio “attaccamento”, si sentono parte e si fanno carico del cammino faticoso delle comunità nella situazione attuale. La comunità cristiana non può essere invisibile, né un parere personale, né a modo mio o come mi risulta più opportuno.
Abbiamo bisogno di incontrarci, vederci e soprattutto condividere la stessa speranza evangelica, saldi nella presenza di Gesù Cristo.
Leggi “Lettera dei padri Dehoniani e dei consigli parrocchiali di Povo e Villazzano”
Oggi abbiamo perso l’abitudine al silenzio, perché abbiamo paura di confrontarci con la verità. Così non possiamo crescere: siamo condannati alla mediocrità. Mario Pomilio
La cuffia infilata a tappare gli orecchi, la testa dondolante al ritmo di una musica assordante ma per gli altri silenziosa, un ragazzo viaggia seduto davanti a me su un autobus serale poco frequentato. A prima vista questa sembra l’immagine della solitudine necessaria per ritrovare se stessi, evitando la dispersione nella massa. In realtà, è solo un isolamento che si colma di suoni martellanti e che lentamente ottunde il cervello e smorza sul nascere ogni pensiero vero. A questa scena ormai frequente vorrei accostare l’altro sfondo che lo scrittore Mario Pomilio (1921-90) ci propone nel testo che ho sopra citato. È simile al quadretto offerto da Gesù nel suo Discorso della Montagna: «Quando preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo nel segreto» (Matteo 6,6).
Senza questo bagno di silenzio, la verità si appanna e si dissolve, la coscienza resta sorda e inerte, il cuore perde il suo battito d’amore. «Solo il silenzio è grande,» scriveva il poeta ottocentesco Alfred de Vigny «tutto il resto è debolezza». Se rifiuti di sostare almeno qualche minuto al giorno in quell’oasi e ti precipiti subito nel frastuono della città, in agguato sulla strada della tua vita c’è il mostro della mediocrità che è tutt’altro che «aurea», come credeva il poeta latino Orazio. Essa, infatti, è vestita di grigiore, si nutre di chiacchiere, si affida allo sfarfallio delle mode, teme la limpidità della verità e dell’impegno serio ed esigente. Sulla mediocrità incombono le parole del Cristo dell’Apocalisse, simili a una spada di ghiaccio: «Tu non sei né freddo né caldo, ma sei tiepido, ed è per questo che sto per vomitarti dalla mia bocca» (3,15-16).
A ricordarci che abbiamo un’anima ci pensano i cartoni animati. Soul, film Disney-Pixar di Natale, ha invaso gli schermi di coloro che, chiusi in casa e in cerca di leggerezza, si sono trovati invece nel bel mezzo di un gioco serissimo. Un professore di musica delle medie, dopo tanto penare, realizza il suo sogno di jazzista, fino a quel momento lasciato nel cassetto: suonare nel locale più rinomano della città. Sarebbe l’ennesima variazione sul tema del sogno americano, se non fosse che Joe, mentre festeggia l’evento cade in un tombino e… finisce nell’aldilà: tutto ciò che sembrava potersi realizzare di lì a poco svanisce in un attimo, e così comincia la sua partita contro la morte.
♦ Annalena Tonelli
Il nostro compito sulla terra è di far vivere.
Il mondo ha fame di pane e di tenerezza: com’è vero, dovunque!
Qualsiasi cosa succeda, state tranquilli. Dio sa e tutto è sicuramente grazia.
La vita è sperare sempre, sperare contro ogni speranza, buttarsi alle spalle le nostre miserie, non guardare alle miserie degli altri, credere che Dio c’è e che lui è un Dio d’amore.
I poveri ci attendono. I modi del servizio sono infiniti e lasciati all’immaginazione di ciascuno di noi.
«Non ero pronto», così mi ha detto un amico, che è come un fratello e che ha perso il padre qualche giorno fa.
La conobbi che era già vecchia, si chiamava Rosina. Iniziammo a frequentarci, ben presto crebbe la fiducia e l’affetto tra noi. Giorno dopo giorno, volle raccontarmi la storia della sua lunga e travagliata vita. Nata e vissuta in una famiglia povera di un quartiere popolare della vecchia Napoli, giovanissima, aveva sposato Andrea, un uomo onesto, ma puntiglioso e prepotente. Di figli al mondo ne avevano messi tanti; i maschi, naturalmente, erano l’orgoglio di papà. Anche Matteo, l’ultimo arrivato, fu accolto e coccolato, almeno fino a quando non iniziò a dare segni di ‘stranezze’.
Matteo era omosessuale.
LINK al testo: Unioni omosessuali. Il Papa: giusto dare copertura legale
Rispondei il direttore Marco Tarquinio
La seconda ondata della pandemia e i conseguenti provvedimenti di parziale lockdown sono un duro colpo anche per l’Italia, tutta, ma un po’ di più per l’Italia che non può permettersi lo smart working, il lavoro agile da casa.
Eppure ci arriviamo non colti completamente di sorpresa e con qualche esperienza in più. Ma soprattutto, se le buone notizie di ieri pomeriggio saranno confermate con il successo dei test condotti da Astra Zeneca su volontari anziani, i primi vaccini potranno arrivare in Italia già a dicembre (2-3 milioni di dosi) per poi progressivamente fino a coprire tutta la popolazione entro giugno 2020. La sperabile certezza di un lieto fine seppur tra qualche mese avrebbe la forza di dare spinta e dinamismo importanti all’economia già ora stimolando progetti, piena ripresa di attività e d’investimenti. Si tratta di resistere ancora alcuni mesi. …
Adriana Masotti – Città del Vaticano
Papa Francesco ha incontrato oggi in Vaticano i partecipanti al progetto europeo “Snapshots from the Borders” (Voci ed esperienze dai confini) Leggi “Immigrazione”