Santi Pietro e Andrea

STORIA DELLA CHIESA DI POVO

Non si conosce l’origine della chiesa di Povo e la prima testimonianza della sua presenza è probabilmente tarda e risale al 1151: in uno scritto del monaco camaldolese Graziano si nomina infatti “Sancti Petri de Pado”. Tra il XIII e il XIV secolo, dopo essersi smarcato dalla giurisdizione della chiesa di S. Maria Maggiore, il pievano di Povo esercita la cura d’anime in un territorio che confinava a nord con Cognola, a sud con san Bartolomeo, a est con la pieve di Pergine e ad ovest con il Duomo. Al XIV e XV secolo risalgono i bellissimi affreschi (dipinti in due periodi distinti) nell’abside con la Maestà di Dio Padre e il Cristo in Croce e sotto immagini di santi e l’Imago Pietatis posta sopra il portale nord. Nel Cinquecento, come in tutto il contado di Trento, c’è un grande fermento artistico e anche Povo viene dotata di un protiro rinascimentale e di una bellissima pala d’altare del pittore di corte M. Fogolino una Madonna in trono con il bambino Gesù e i santi Pietro e Andrea: interessante il particolare del colle sullo sfondo.

 

Nel Settecento sono documentati 5 altari: l’altare maggiore dedicato ai patroni Pietro e Paolo, e quelli laterali alla Madonna del Rosario (1635), alla Vergine annunziata, a S. Antonio abate e a S. Antonio di Padova (la copia della pala si può ammirare ancora nella chiesa).

Nel corso dell’Ottocento sorsero diversi problemi legati al cedimento strutturale dell’edificio sacro e sommato a questo sorse il bisogno di un ampliamento per l’aumento della popolazione e così dopo molte traversie dovute ai vari permessi e al reperire i fondi necessari si procedette nel 1910 alla costruzione di una nuova chiesa. Del vecchio edificio si mantenne il campanile e la parte absidale con gli affreschi oggi adibita a cappella feriale. Il 30 giugno 1912 il vescovo mons. Celestino Endrici consacrava la nuova chiesa parrocchiale.

Negli anni venti vennero aggiunte due opere importanti: la facciata della chiesa dedicata ai caduti di Povo nella Prima Guerra Mondiale e l’affresco del catino absidale ad opera del pittore Anton Sebastian Fasal che raffigura “Il ringraziamento alla Madonna del Rosario per la vittoria di Lepanto”. La vecchia Via Crucis è stata rubata nel 1978 (sono stati recuperati solo duequadri) e si è proceduto a collocarne una nuova opera del pittore Achille Franceschini.

Risale al 2015 la conclusione dell’ultimo restauro della chiesa.